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Conosciamo i pipistrelli

  • Immagine del redattore: Associazione Naturalistica Valle dell'Aniene ANVA
    Associazione Naturalistica Valle dell'Aniene ANVA
  • 12 nov 2020
  • Tempo di lettura: 7 min


Lo scorso Halloween 2020 ANVA ha preso la palla al balzo e deciso di parlarvi, tramite post su Facebook e su Instagram, dei pipistrelli. Questi animali sono vittime di molte credenze popolari che hanno fatto guadagnar loro un'immeritata cattiva reputazione. Qui di seguito si riassumono tutte le informazioni che sono state riportate nei post della passata “Bat Week”.


Malgrado vengano spesso assimilati a dei “topi volanti” in realtà non hanno niente a che vedere con quest’ultimi, infatti appartengono a un ordine a sé stante, i Chirotteri, costituito da più di 1200 specie note in tutto il mondo, corrispondenti al 20% di tutti i Mammiferi viventi.

Pensate che sono gli unici Mammiferi in grado di volare e, insieme a Uccelli e Pterosauri, costituiscono gli unici gruppi di Vertebrati che nel corso della storia evolutiva hanno conquistato il volo!


Volare è solo uno dei superpoteri dei nostri amici pipistrelli, infatti, per orientarsi nell’oscurità della notte e delle cavità, ricorrono all’ecolocalizzazione a ultrasuoni, che gli permette di riconoscere e localizzare le prede e gli ostacoli ascoltando gli echi di ritorno dei suoni che emettono. I richiami di ecolocalizzazione sono caratteristici di ogni specie e, grazie ad apparecchi in grado di rilevarli come i bat detector, gli specialisti possono riconoscerli.

La volpe volante malese (Pteropus vampyrus) con i suoi 1,5 metri d’apertura alare è il pipistrello più grande al mondo, mentre il pipistrello calabrone (Craseonycteris thonglongyai), presente in Indocina, non solo è il chirottero più piccolo al mondo, ma, assieme al nostro mustiolo (Suncus etruscus), è anche il mammifero più piccolo al mondo: testa e corpo sono lunghi circa 30 mm, l’apertura alare è di 12 cm e pesa solo 2 grammi.

I Chirotteri ricoprono diversi ruoli negli ecosistemi: le specie presenti in Europa sono insettivore, ossia si nutrono di Insetti come falene, zanzare ed effimere; nel resto del mondo abbiamo pipistrelli carnivori (alcuni specializzati nella cattura di pesci), ematofagi (i famosi vampiri diffusi nel continente americano), nettarivori (che svolgono anche impollinazione) e frugivori (che svolgono anche disseminazione).

I pipistrelli sono minacciati dalla frammentazione degli habitat, dal traffico stradale, dalle turbine eoliche, dall’uso di pesticidi, dalla distruzione, dal disturbo dei loro rifugi e da altri fattori. Sono dunque degli ottimi indicatori per valutare la qualità dell’ambiente e la portata dell’impatto che abbiamo su di esso.

In Europa tutte le specie di Chirotteri sono protette ai sensi della Direttiva 92/43/CEE “Habitat” e dall’Accordo EUROBATS del 1994. In Italia la prima legge sulla loro tutela risale al 1939.


Vengono riportate sul volume “Fauna d’Italia. Mammalia V” 39 specie di pipistrelli per l’Italia, appartenenti a 4 famiglie e 11 generi, di queste 23 sono state riscontrate nel Lazio e nella Provincia di Roma.

I nostri pipistrelli più bizzarri sono senza dubbio i rinolofi. Essi presentano un’appendice cutanea dalla morfologia complessa chiamata “foglia nasale”. Questa è anche uno dei caratteri distintivi delle varie specie. Caratteristica è la parte anteriore, chiamata “ferro di cavallo” per la sua forma, che ha valso uno dei nomi comuni di questi Chirotteri. Tra le specie presenti nel nord-est romano citiamo il rinolofo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum) e il rinolofo minore (Rhinolophus hipposideros), quest’ultimo ripreso nel video che abbiamo pubblicato su YouTube. Molto buffi sono anche gli orecchioni (Plecotus spp.), il cui nome suggerisce dei padiglioni auricolari molto sviluppati. Molto particolare è anche il molosso di Cestoni (Tadarida teniotis), l’unico pipistrello europeo che possiede gran parte della coda libera dalla membrana alare (chiamata patagio).


La maggior parte delle malattie emergenti zoonotiche si originano dalla fauna selvatica, come ci sottolinea la pandemia in corso. Quindi, il traffico internazionale di animali selvatici e la distruzione/frammentazione di habitat, oltre ad essere delle gravi minacce per la biodiversità, determinano rischi di spillover.

Spillover significa “salto di specie”, ovvero il momento in cui un patogeno viene trasmesso da una specie ad un’altra. I Chirotteri possono avere un ruolo cruciale nell’ecologia delle malattie di alcuni virus che potrebbero interessare anche l’uomo, fungendo da ospiti di mantenimento e da serbatoi/amplificatori di patogeni. (Per approfondire segui il video del seminario inglese ZSL Science and Conservation "Habitat loss and human health - understanding the links between ecosystem degradation and infectious disease outbreaks").



Alcune di queste malattie sono causate da virus zoonosici appartenenti alle famiglie Filoviridae (malattia da virus Ebola e febbre emorragica di Marburg), Rhabdoviridae (rabbia), Coronaviridae (SARS, MERS e COVID-19) e Paramyxoviridae (Infezione da Nipah virus e da Hedra Virus [Morbillivirus equino]).

Come appena menzionato, diversi Chirotteri sono ospiti di alcuni membri della famiglia dei Coronavirus. Tuttavia, il SARS-CoV-2 sembra essere arrivato a infettare l’uomo attraverso il “flusso pipistrello-ospite intermedio (attualmente sconosciuto)-uomo”, mediato da mutazioni e dalla vicinanza di specie provenienti da diverse nicchie ecologiche.

Quindi, la prossimità di Chirotteri all’uomo, come ad esempio quella che si realizza in presenza di colonie in aree abitate nel nostro continente, non sembra porre rischi di trasmissione diretta di SARS-CoV-2. Si ricorda inoltre, come citato in precedenza, che i pipistrelli italiani si nutrono di Insetti nocivi alla salute umana, ai coltivi e ai boschi, pertanto la loro presenza in prossimità di aree abitate costituisce un elemento positivo e non deve causare in alcun modo preoccupazione.

Per ulteriori informazioni vi invitiamo a guardare questo documentario andato in onda su Superquark, già condiviso sulla nostra pagina FB, che ci spiega la correlazione tra pipistrelli, il loro sistema immunitario e i virus.


La White-Nose Syndrome (WNS – letteralmente sindrome del naso bianco) è una malattia fungina emergente dei pipistrelli. Negli Stati Uniti centrali si è diffusa con una velocità allarmante, portando alla morte di milioni di pipistrelli insettivori.


Pipistrelli affetti da White-Nose Syndrome. Credit: Photo by USFWS (a sinistra); Nancy Heaslip, New York State Department of Environmental Conservation (a destra).


Questa dermatofitosi prende il nome dal sintomo tipico che il micete (Pseudogymnoascus destructans) provoca: una crescita fungina biancastra sulla pelle del muso, delle orecchie e delle ali dei pipistrelli ibernati. Il fungo prospera in condizioni fredde e umide, caratteristiche delle grotte e delle miniere utilizzate dai pipistrelli, e sembra aggredire questi animali durante il sensibile periodo del letargo, quando dovrebbero usare le loro riserve energetiche in maniera mirata e non per attivare il sistema immunitario.

Il fungo potrebbe essere nativo di Europa e Asia, dove il patogeno è presente ma non sembra provocare segni clinici gravi in chirotteri nativi come accade nel Nord America. Di recente in Italia il dermatofite è stato isolato da individui di vespertilio smarginato (Myotis emarginatus) provenienti dalle Alpi Occidentali.

Si ritiene che la WNS si trasmetta principalmente da pipistrello a pipistrello, ma esiste una forte possibilità che ci siano dei vettori. Sebbene non sia una malattia trasmissibile agli uomini, questi ultimi potrebbero fungere da carriers trasportando inconsapevolmente il patogeno da una grotta all'altra tramite abbigliamento e attrezzature. Si consiglia, come accade per altre malattie micotiche emergenti, di disinfettare con cura (candeggina [min.4%] o alcool etilico [min. 70%]) ogni potenziale fonte di trasmissione dopo escursioni speleologico-naturalistiche.


Attorno ai pipistrelli circolano miti e leggende, e come anticipato prima, queste creature sono vittime di false credenze che purtroppo sono ancora radicate nelle menti di molti. Sono però solo dicerie, senza alcun supporto scientifico. Ne sfateremo ora qualcuna che sicuramente avrete sentito nel corso della vostra vita.

Popolarissima è la credenza secondo la quale i pipistrelli sarebbero cechi, niente di più falso: i pipistrelli ci vedono benissimo, utilizzano la vista soprattutto quando hanno la preda a meno di 5-6 cm e devono catturarla.

Molti di noi sin da piccoli sono stati terrorizzati dall’idea che un pipistrello potesse volargli tra i capelli e rimanere lì invischiato irrimediabilmente, e, nel peggiore dei casi, avrebbe potuto da lì succhiargli il sangue. Niente di più falso, i pipistrelli da noi presenti sono molto più piccoli di noi, ci temono, cercano di evitarci e non si nutrono di sangue, e se anche per qualche strana circostanza finissero nei nostri capelli, saprebbero benissimo come andarsene da soli, senza invischiarsi. Questo mito nacque probabilmente per disincentivare i bambini e le bambine ad uscire di notte.

Infine circolano voci, anche queste del tutto prive di fondamento scientifico, sul potere depilante del sangue o dell’urina dei Chirotteri applicato alla pelle.

Nelle mitologie di tutto il mondo sono assai comuni creature antropofaghe, spesso non morte, che non esitano a nutrirsi di sangue umano. I più famosi al giorno d’oggi sono sicuramente i vampiri, che nella loro concezione odierna derivano soprattutto dal folklore slavo-medievale (la stessa parola “vampiro” ha origini slave). Nell’immaginario collettivo ai vampiri sono spesso accomunati i pipistrelli. I vampiri infatti vengono spesso raffigurati con un aspetto ibrido tra uomo e pipistrello. Essendo sia i pipistrelli che i vampiri creature notturne e con denti aguzzi l’associazione sembra naturale. Eppure, nonostante ciò, i pipistrelli furono associati ai vampiri per la prima volta nel 1897 con la pubblicazione di “Dracula” dell’autore irlandese Bram Stoker. Forse egli fu ispirato dai racconti del Nuovo Mondo riguardanti i pipistrelli vampiro (come il Desmodus rotundus) e la divinità Maya dell’oltretomba e dell’oscurità Camazotz, rappresentata con corpo umano e con testa e ali di pipistrello, a cui le popolazioni amerinde erano solite dedicare sacrifici.


Dunque impariamo ad apprezzare questi piccoli amici, che contribuiscono alla conservazione di habitat e tecniche di agricoltura, e garantiscono quindi la protezione di interi ecosistemi.


Bibliografia:

  • Amori G., Battisti C., De Felici S. (a cura di), 2009. I Mammiferi della Provincia di Roma. Dallo stato delle conoscenze alla gestione e conservazione delle specie. Provincia di Roma, Assessorato alle Politiche dell’Agricoltura, Stilgrafica, Roma. 347 pp.

  • Capizzi D., Mortelliti A., Amori G., Colangelo P., Rondinini C. (a cura di), 2012. I Mammiferi del Lazio. Distribuzione, ecologia e conservazione. Edizioni ARP, Roma. 251 pp.

  • Dietz C., Kiefer A., 2015. Pipistrelli d'Europa. Conoscerli, identificarli, tutelarli. Ricca editore. 399 pp.

  • Garzoli L., Riccucci M., Patriarca E., Debernardi P., Boggero A., Pecoraro L., Picco A. M., 2019. First isolation of Pseudogymnoascus destructans, the fungal causative agent of white-nose disease, in bats from Italy. Mycopathologia, 184(5), 637-644.

  • https://batwatch.ca/content/bat-myths

  • https://www.batcon.org/article/bats-and-vampires/

  • https://www.oipa.org/italia/leggende-pipistrello/

  • https://www.usgs.gov/faqs/what-white-nose-syndrome

  • https://www.whitenosesyndrome.org/static-page/what-is-white-nose-syndrome

  • Lanza B. (a cura di), 2007. Fauna d’Italia vol. XLVII. Mammalia V: Chiroptera. Edizioni Calderini, Ravenna. 786 pp.

  • O'Shea T. J., Cryan P. M., Cunningham A. A., Fooks A. R., Hayman D. T., Luis A. D., Peel A. J., Plowright R. K., Wood J. L., 2014. Bat flight and zoonotic viruses. Emerging infectious diseases, 20(5), 741–745.

 
 
 

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